Si chiama Rail Baltica ed è una delle principali linee di collegamento che unisce Estonia, Lettonia e Lituania: 870 chilometri di ferrovia che si estendono fino alle grandi capitali europee e che sono state ricavate in gran parte dalle vecchie linee completamente ristrutturate della vecchia Unione Sovietica. 

Una ferrovia pensata per il cambio climatico, Rail Baltica

Uno dei problemi che la Rail Baltica sta affrontando in questi ultimi deriva proprio dalle conseguenze del cambiamento climatico tra inverni sempre più rigidi ed estati sempre più torride: sbalzi di temperatura estremi e a volte molto repentini che possono avere conseguenze serie sulle strutture meccaniche e tecnologiche della linea. Di qui la decisione del management della ferrovia che ha chiesto a una società ingegneristica specializzata nel settore una superconsulenza sulle possibili conseguenze del cambio climatico. 

Si tratta di uno studio molto interessante anche perché è il primo nel suo genere: ed è curioso pensare che arrivi non da uno dei colossi del trasporto aereo o ferroviario ma da una linea interna, per quanto internazionale. Rail Baltica però è una società ricca che ha intenzione di investire molto per costruire nuove tratte velocizzando quelle già in essere per completare il progetto nel 2026 quando tutta Rail Baltica sarà completamente sviluppata in gran parte con convogli ad alta velocità. 

Mai così tanto gelo, mai così tanto caldo

Arturs Caune, presidente e portavoce di Rail Baltica dice che se fino a qualche anno fa gli investimenti si potevano affrontare con maggiore coraggio, oggi invece bisogna pesare qualsiasi rischio, soprattutto quelli dettati dall’imprevedibilità del clima: “Il Baltico in questi ultimi anni ha presentato condizioni climatiche abbastanza estreme cui sinceramente non eravamo abituati e che non si erano mai registrate nella storia dei nostri paesi. Di qui la cautela: ci troviamo di fronte a una grande impresa che deve per prima cosa la garanzia della massima sicurezza ai suoi passeggeri”. 

I rischi riguardano le gelate improvvise, la pioggia ghiacciata, la formazione immediata di incrostazioni gelate su binari e scambi ma anche il caldo più repentino che si sviluppa dalla primavera in poi: “L’estate scorsa abbiamo raggiunto per la prima volta i 40° e se è vero che qualsiasi situazione di emergenza può essere affrontata per tempo e con metodo – conclude Caune – in fase progettuale a lungo termine abbiamo preferito poter contare su qualsiasi parametro”. 

Rail Baltica ha inserito nello studio anche il rischio di esondazione dei numerosi bacini che la ferrovia scavalca con i suoi ponti: anche questa una conseguenza del cambio climatico con la quale tutta la regione sta imparando a fare i conti.