Il risparmio energetico rappresenta una precisa necessità per le famiglie italiane. Negli ultimi anni, il piano cottura a induzione è andato a sostituire in migliaia di case il tradizionale fornello a gas. Chi sceglie tale tecnologia, ha la consapevolezza di allontanarsi dalla necessità del gas in favore dell'elettricità. Infatti, il piano a induzione non richiede consumo di gas naturale ma soltanto della luce. Oltretutto, va sottolineato che il passaggio dal fornello al gas a tale tipologia di cucina segna anche un importante passo in avanti verso la riduzione delle spese complessive per il riscaldando (senza dimenticare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica). A seguire un breve approfondimento sui consumi del piano induzione, con un confronto diretto rispetto alla cucina tradizionale basata sul fornello a gas.

Quanto consuma il piano cottura a induzione?

Per conoscere i consumi del piano a induzione elettrico, si può ipotizzare un fabbisogno annuo di 400 kWh di calore per la propria pentola. Se si tiene in considerazione un sistema di riscaldamento basato sul gas naturale, con un'efficienza energetica pari al 50 per cento, occorreranno circa 800 kWh per soddisfare la richiesta annua di 400 kWh di calore. Tradotto in metri cubi di gas, circa 63 m3, per una spesa complessiva pari a 63 euro. Prendendo invece come esempio il piano a induzione elettrico, occorrerebbero circa 450 kWh per avere 400 kWh di calore (con un sistema elettrico efficiente al 90 per cento), con una spesa media all'anno pari a 92 euro. Al netto della spesa dunque il piano cottura a induzione presenta un consumo maggiore. Il quadro cambia però completamente se si tiene in considerazione un dato importante: avere un piano a induzione elettrico abbinato a un sistema di riscaldamento elettrico (pompa di calore, ad esempio) permette all'utenza domestica di fare a meno dell'impianto a gas. Ciò rappresenta sicuramente un vantaggio a livello economico, dal momento che verrebbero eliminati i costi fissi del servizio di fornitura del gas.