“Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” Fu il titolo di una conferenza tenuta dal matematico e meteorologo Edward Lorenz nel 1972, per descrivere con uno slogan ciò che stava studiando e cioè come le piccole (piccolissime) variazioni nelle condizioni iniziali possano produrre grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

Sebbene ogni anno si registrino aumenti delle temperature minime (si parla di decimi di grado) questi incrementi, accumulati anno dopo anno, possono darci la cifra del cambiamento climatico che è in atto. Purtroppo, arrivati al punto nel quale ci troviamo, tornare indietro presuppone un mutamento delle abitudini di tutti molto costoso. Barack Obama (ex Presidente degli Stati Uniti d’America) disse nel 2015: “La cosa più costosa che possiamo fare è quella di non fare nulla. Questo bilancio fa dell’azione per il clima una priorità.”

Cosa sono i cambiamenti climatici: cause e conseguenze

I cambiamenti climatici sono tutte quelle, più o meno naturali, variazioni che ha subito il clima del nostro Pianeta. Sebbene quindi sia un concetto che abbia trovato una grande “Popolarità” negli ultimi anni, è stato per molto tempo utilizzato per indicare le naturali oscillazioni delle temperature. 


Del resto, il clima della Terra ha subito spesso dei cambiamenti, anche se questi erano avvenuti prevalentemente su scale temporali piuttosto ampie, che vanno dalle centinaia alle migliaia di anni. Tuttavia, negli ultimi cento anni circa si è assistito questi cambiamenti si sono susseguiti con una certa frequenza, provocando quello che oggi si chiama “riscaldamento globale della Terra”, testimoniato dal riscaldamento della troposfera e degli oceani, dalla riduzione delle calotte glaciali e dei ghiacciai montani e dall’innalzamento del livello medio marino.

In questi ultimi anni la comunità scientifica mondiale ha raggiunto una maggiore coscienza dell’influenza delle attività umane sul sistema climatico, tanto che sono state stimate con maggiore precisione le forzanti radiative dei processi naturali e antropici che alterano il bilancio energetico della Terra e che costituiscono i drivers dei cambiamenti climatici.

A confrontarla con i livelli preindustriali, la temperatura media del Pianeta è aumentata di 0,98 °C.

I dati in possesso dagli scienziati dal 2000 a oggi fanno prevedere che la temperatura potrebbe arrivare a +1,5 °C entro il 2050.  Anche se i numeri sembrano minuscoli, l'impatto è tremendamente alto e già oggi possiamo notare alcuni cambiamenti inquietanti. 

  • Il livello del mare aumenta 3,3 millimetri all'anno.
  • Il decennio 2009-2019 è stato il più caldo mai registrato, il 2016 è stato il primo anno più caldo di sempre, il 2020, il secondo di sempre.
  • Negli ultimi 30 anni gli eventi meteorologici estremi, tornado, tempeste, cicloni, alluvioni, sono sempre più devastanti. 
  • Il ghiaccio artico diminuisce del 12% ogni decennio.
  • Gli incendi aumentano per quantità e durata.

Cambiamenti climatici: le conseguenze in Italia

La prospettiva ideale dalla quale analizzare i cambiamenti climatici è quella globale, dal momento che consente di godere di una visione d’insieme più accurata. Tuttavia, è importante tenere presente come anche il nostro Stivale sia parte integrante di questi mutamenti che, in base alla fascia climatica nella quale si trovano, possono presentarsi con caratteristiche differenti. 

La collocazione geografica dell’Italia, infatti, ci porta ad essere tra i Paesi con rischio superiore rispetto ad altri dal momento che ci troviamo circondati dai mari, vicino al continente africano e nell’emisfero boreale. Secondo alcune stime, lo scenario può essere così sintetizzato:  

  • Un aumento della temperatura fino a 2 °C, nel periodo 2021-2050, durante le stagioni estive, addirittura la temperatura media potrà raggiungere i 5 °C a fine secolo.
  • Meno piogge, ma più intense. Nel centro e sud d'Italia in primavera e in estate ci sarà una forte diminuzione delle piogge, mentre aumenteranno di intensità e potenza nel periodo invernale soprattutto nel nord dell’Italia. La durata delle piogge sarà inferiore ma la loro energia aumenterà in modo esponenziale. 
  • Aumenteranno le temperature dei mari e saliranno il loro livello, mangiando spazio alle spiagge, al suolo e alle nostre città.
  • Rischio geo-idrologico.  Lo scioglimento della neve, ghiaccio e permafrost deturpavano le nostre zone alpine e appenniniche.
  • Precipitazioni sempre più intense provocheranno un’emergenza idrica senza precedenti con allagamenti, inondazioni, straripamenti, frane.

Conseguenze dei cambiamenti climatici sull’uomo

Se il cambiamento climatico fosse un romanzo, l’uomo sarebbe sia il protagonista, sia l’antagonista. Gli esseri umani sono i principali inquilini di questo Pianeta e, in quanto tali, potrebbero risentire delle conseguenze dei cambiamenti climatici in maniera molto precisa. 

L’inquinamento atmosferico, prima di tutto, si rivela particolarmente nocivo per la nostra salute: basti pensare all’incidenza di patologie respiratorie e polmonari che sono visibilmente più frequenti nelle zone del mondo in cui le polveri sottili sono più diffuse. L’aumento delle temperature, al tempo stesso, sta rendendo sempre più difficile vivere all’aria aperta durante la stagione calda quando i gradi percepiti superano di 40°C. 

Inoltre, non bisogna sottovalutare il fatto che i violenti nubifragi e l’innalzamento possono distruggere le abitazioni o non rendere più vivibile delle zone del mondo. Basti pensare che alcune isole verranno letteralmente sommerse. 

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Conseguenze dei cambiamenti climatici sugli animali

I cambiamenti climatici avranno delle conseguenze anche e soprattutto sulla fauna: per comprendere le portati di questi mutamenti basti pensare alla stretta relazione che c’è la flora e gli animali che si dovranno spostare per cercare un ambiente più confacente alla propria sopravvivenza. 

Secondo uno studio pubblicato su Science, nota rivista di settore, si può già parlare di crisi della biodiversità: gli uccelli e i mammiferi hanno ridotto del 60% le capacità delle piante disseminate dagli animali. 

Le conseguenze sulla vita degli animali saranno prima di tutto, un incremento dei flussi migratori verso le zone del mondo che hanno ancora un clima simile a quello per il quale sono nati. A differenza di quanto si possa pensare i lunghi spostamenti non sono banali per gli animali dal momento che non tutti hanno le capacità, i mezzi e la resistenza per poter affrontare tragitti più estesi. Allo stesso tempo bisogna considerare che non per tutti è possibile cambiare posto: chi vive nelle isole o circondati da catene montuose sono destinati a doversi adattare ai cambiamenti climatici. 

Non bisogna poi escludere l’estinzione di numerose specie, soprattutto quelle che non trovano più un ecosistema adatto alla propria sopravvivenza.