Enel, holding dell'omonimo gruppo societario cui fanno riferimento diverse realtà aziendali operative nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale, è una società per azioni, natura acquisita in seguito alla privatizzazione dell'omonimo ente pubblico da parte dello Stato Italiano. Vediamo qual'è l'assetto proprietario e i principali azionisti del gruppo.

I dati societari Enel

Come anticipato, Enel è una società per azioni multinazionale, attiva nel settore della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e del gas naturale, con all'attivo una presenza distribuita in molti paesi: il gruppo rappresenta uno degli operatori maggiori del settore a livello globale e il primo in Europa per infrastrutture e numero di clienti forniti. Al 2017, Enel può vantare un capitale sociale superiore ai dieci miliardi di euro, diviso in tante azioni con valore nominale di ciascuna pari ad un euro.
Originariamente, il gruppo era rappresentato da un ente pubblico (da cui l'attuale denominazione, frutto dell'acronimo di Ente Nazionale per l'energia ELettrica) istituito nel 1962 in forza della riunione di diverse aziende minori che operavano nel settore della produzione di elettricità.
Soltanto nel 1992, lo Stato decide di trasformare l'ente pubblico in una società per azioni di diritto privato, procedendo nel 1999, dopo l'attuazione delle prime normative in tema di liberalizzazione del mercato energetico, alla vendita delle partecipazioni al pubblico e alla relativa quotazione in borsa. Tuttavia, lo Stato Italiano ha mantenuto una posizione di supremazia, conservando, tramite la partecipazione del Ministero dell'Economia, una quota rilevante del capitale sociale.

La diffusione delle partecipazioni Enel

Con la privatizzazione completa e l'imposizione della separazione societaria (che ha costretto Enel a disarticolarsi in diverse realtà societarie, come Enel Distribuzione, Enel Vendita e Terna, poi del tutto separata da Enel) e della quota limite di produzione nazionale (infatti, ad Enel è posto divieto di produrre più del 50% dell'energia elettrica realizzata sul territorio nazionale), l'azionariato Enel ha cominciato a diffondersi.
Inizialmente, con la prima tranche di privatizzazione del 1999 lo Stato mise in vendita un quantitativo pari al 31,7% delle quote sociali, utili alla quotazione sulla Borsa Italiana, per un controvalore stimato superiore ai 18 miliardi di euro.
Negli anni immediatamente seguenti, il gruppo cominciò a diffondere rapidamente le proprie attività in campo internazionale, accrescendo notevolmente la propria posizione sui rispettivi mercati. Questo comportò, naturalmente, una crescente attenzione da parte degli investitori stranieri. Lo sviluppo internazionale di Enel e la formale indipendenza dal controllo pubblico ne resero quindi appetibili le partecipazioni da parte di fondi di investimento internazionali (soprattutto nordamericani), ma anche di compagnie assicurative e fondi pensione, oltre ovviamente ad un piccolo azionariato diffuso di risparmiatori minori (banche di minori dimensioni, privati e così via).

La compagine sociale attuale

Ai bilanci di ultima approvazione, gli investitori principali di Enel sono rappresentati da due soggetti: il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che continua a detenere la partecipazione più ampia (pari a circa il 23,5%), seguito a lunghissima distanza dalla partecipazione azionaria di BlackRock Inc., la maggiore banca di investimenti statunitense, che detiene il 5,6% dek capitale sociale.
Oltre il 70% delle azioni Enel, dunque, è diffuso in via parcellizzata presso numerosissimi investitori, tra i quali si considerano appunto fondi di investimento, banche, assicurazioni e risparmiatori. Singolare è la concentrazione rilevante di banche e investitori nord-americani, al punto che non si è mancato di rilevare come in caso di possibili cordate o accordi tra la moltitudine di enti azionisti sarebbe ben possibile acquisire il controllo della società rispetto alla partecipazione (pur più ampia, ma certo non maggioritaria) dello Stato italiano.