Che cos'è la tariffa D1

Nella scelta delle tariffe elettriche, ci si può trovare a leggere sigle specifiche che si riferiscono a particolari tipi di contratto energetico e dei quali, però, non si conoscono tutte le caratteristiche. Questo, soprattutto dopo che la riforma elettrica ha introdotto la nuova tariffa TD mandando in pensione le precedenti D1, D2 e D3. Tuttavia, ancora oggi in molti preferiscono parlare delle tariffe elettriche con la vecchia terminologia. Nel caso specifico della tariffa D1, questa era stata introdotta in via sperimentale nell'estate del 2014 per una particolare tipologie di utenze, ossia i clienti domestici che avevano installato in casa, come sistema di riscaldamento, le pompe di calore. La principale caratteristica della tariffa D1 riguardava la relazione tra costi dei chilowatt all'ora che venivano utilizzati e i volumi di consumo. Essa, infatti, prevedeva costi sempre uguali, sia per bassi che per elevati consumi. La particolarità della tariffa stava nel fatto che invece, le altre due tariffe presenti nel mercato energetico, ossia la D2 e la D3, prevedevano costi maggiori per volumi di consumo più elevati. La tariffa D1 è stata attiva fino all'inizio del 2017, anno in cui è stata effettuata dall'ARERA (Autorità per la Regolazione di Energia, Reti e Ambiente) una riforma energetica. La tariffa D1 è stata quindi integrata, insieme alla D2 e alla D3, in un'unica nuova tariffa, ossia la TD.

Si può tornare alla tariffa D1?

Al momento, la riforma energetica dell'ARERA ha eliminato la possibilità di optare per la tariffa D1: come accennato in precedenza, infatti questa è stata assorbita insieme alle altre in una proposta nuova, ossia la tariffa TD. Questa presenta una serie di punti in comune con la D1, come ad esempio quella di non essere progressiva ma di pagare costi sempre uguali indipendentemente dai volumi di energia elettrica utilizzata. La differenza che viene applicata con la tariffa TD sta invece nella potenza impegnata. Chi faceva riferimento alla precedente D1 e disponeva di pompe di calore che facevano riferimento a un contatore monofasico da 4.5 chilowatt o a uno trifasico da 6 chilowatt avrà spese differenti relative alla quota potenza ma non ai consumi effettivi che saranno rilevati dal contatore.