La cura dell’ambiente è un’attenzione a cui sempre di più siamo chiamati, indipendentemente dal nostro genere. I dati del Nielsen Consumer Panel hanno però rivelato che le donne sono più ambientaliste degli uomini. 

Donne ambientaliste: i numeri

La forza femminile per quanto riguarda l’ecologia e l’attenzione all’ambiente, non è tanto da ricercare nei gesti eclatanti e nelle manifestazioni, quanto nella vita quotidiana, quel piccolo impegno giornaliero e costante che fa la differenza.

L’indagine sul Nielsen Consumer Panel rivela quello che si può definire un eco gender-gap, che emerge in modo schiacciante dai dati riportati. In numerosi ambiti della quotidianità il sesso femminile è più attento. Tra i dati riportati, il 30% delle donne utilizza i mezzi pubblici invece della macchina, contro il 20% degli uomini. Anche per quanto riguarda l’attenzione alla raccolta differenziata , le donne vincono sugli uomini con il 78% rispetto al 72 di quest’ultimi.

È evidente quindi che il mondo femminile presta molta più attenzione alla tutela dell’ambiente rispetto a quello maschile, e senza vantarsene o acclamarlo pubblicamente. Questi gesti non sono appariscenti e non sono fatti per farsi notare, ma sono sintomo di un’attenzione e di una cura premurosa per il nostro pianeta, che anche gli uomini dovrebbero imparare. 

Sappiamo che la questione climatica e ambientale è un problema reale che riguarda tutti quanti, ma allora perché ad esempio solo il 54% degli uomini utilizza le buste della spesa portate da casa, contro al 69% delle donne? Le cause di questa differenza di genere per quanto riguarda l’ecologia e il rispetto per l’ambiente non sono note, ma è certo che è un gap che va colmato, anche perché a responsabilità dell’ambiente è di tutti quelli che abitano sul pianeta Terra. 

Tra i nomi degli attivisti degli ultimi 10 anni appaiono moltissime donne, che vale la pena di conoscere, sia per ammirare il loro impegno e la loro dedizione, sia per imparare qualcosa da loro.

Le 5 attiviste degli ultimi 10 anni

Donne di tutte le età e provenienze si stanno mobilitando alla tutela dell’ambiente, alcune con piccoli gesti quotidiani. Altre invece stanno avendo un grande impatto, per la loro perseveranza e per la loro attenzione, anche ad informare ed educare le persone che le seguono. Tra tutte quelle esistenti vi presentiamo le 5 donne che più si sono fatte portavoce del problema climatico e ambientale. 

  • Greta Thunberg: è una ragazzina svedese di 16 anni, che dal mese di settembre del 2018, il venerdì protestava davanti al parlamento, denunciando la mancanza di iniziative per fermare il climate change. Fonte di ispirazione per il movimento “FridayforFuture” che ha portato gli studenti di 1300 località nel mondo a manifestare contro al cambiamento climatico;
  • Genesis Butler: oggi ha 11 anni, ma è da quando ne ha 5 che si batte per i diritti degli animali e contro il cambiamento climatico. Vegana, racconta della sua vita con una dieta solamente vegetale tramite la sua pagina Facebook, “A vegan child’s journey”
  • Manuela Barón: è una attivista che si concentra sullo zero-waste, ovvero cercare di vivere non producendo nessun rifiuto che non sia realmente riciclabile. Manuela condivide la sua esperienza su Youtube e Instagram;
  • Tolmeia Gregory: anche lei giovanissima, 19 anni, si impegna nella promozione di una moda etica, attraverso il suo blog “Tolly Dolly Posh”, educando i suoi lettori a un abbiglamento ecosostenibile e attento al suo impatto sull’ambiente;
  • Imogen Lucas: ventottenne londinese, ha fondato il “Low Impact Movement” per cercare di ridurre il più possibile i rifiuti prodotti. Ha anche ideato la “Low Impact 30 Challenge” un percorso di 30 giorni per la riduzione della produzione di rifiuti, pensato per chi vuole intraprendere un percorso di questo tipo.

Queste testimonianze hanno un grandissimo impatto su molte persone, ma la loro importanza sta nell’evidenziare che il primo passo va fatto nelle cose piccole e che l’impegno di ciascuno è fondamentale, sia che si tratti di donne, che di uomini.