Il benessere termoigrometrico, o comfort termoigrometrico, è lo stato psicofisico nel quale un soggetto esprime soddisfazione nei confronti dell’ambiente termico, definito come il complesso dei parametri ambientali e soggettivi che determinano la sensazione termica provata.

In altre parole, si tratta della condizione in cui l’individuo è soddisfatto dell’ambiente termico, dunque coincide con la situazione in cui questi non percepisce né caldo né freddo.

Cosa è il benessere termoigrometrico?

La sensazione di benessere varia da soggetto a soggetto e dipende da numerosi fattori, tra cui il metabolismo, il sesso, l’età, l’attività che si sta svolgendo, la temperatura dell’ambiente e i vestiti indossati.

Alcuni parametri sono di natura ambientale e pertanto misurabili, mentre altri non sono individuali e quantificabili. 

Solitamente gli esseri umani hanno una temperatura corporea interna che si attesta sui 37 gradi centigradi negli individui sani, con una variazione di circa mezzo grado.

Per conservare questa temperatura ottimale è fondamentale l'ipotalamo, ovvero una struttura del Sistema Nervoso Centrale situata nella zona centrale interna ai due emisferi cerebrali.

L’ipotalamo, nel momento in cui la situazione di temperatura ottimale subisce delle modifiche, attiva dei sistemi di termoregolazione

Più precisamente, se il soggetto si trova in un ambiente caldo, l'ipotalamo effettuerà una dilatazione dei vasi sanguigni. Al contrario, se il soggetto si trova in un ambiente freddo, si avrà una costrizione dei vasi.

Se questo non è sufficiente, viene attivata la termoregolazione comportamentale: sudorazione e riduzione dell’attività fisica, oppure brividi e posizioni del corpo rannicchiate. 

Benessere termico: cosa si intende?

Il microclima degli ambienti, ad esempio all’interno delle abitazioni, è soggetto ad un insieme di fattori fisici che influiscono sul benessere termico dei soggetti che lo popolano.

Per “microclima” si intende infatti l’insieme di parametri che caratterizzano l’aria di un ambiente confinato e influenzano lo scambio termico tra la persona e l’ambiente che la circonda. 

Le principali variabili fisiche che influiscono sul comfort termico casa sono la temperatura dell’aria, l’umidità, la temperatura media radiante e le correnti d’aria. 

Per parlare di comfort termico è necessario misurare lo scostamento delle condizioni microclimatiche reali da quelle di benessere; occorre perciò considerare due tipologie di ambienti: moderati e severi.

  • ambienti moderati: sono quelli in cui mancano importanti scambi termici tra persona e ambiente e in cui si può raggiungere una condizione prossima al comfort termico. Nonostante questi non siano soggetti al rischio di stress termico, poiché le condizioni microclimatiche sono omogenee e poco variabili, una situazione non adeguata può comunque provocare disagio nei soggetti alterando la percezione di benessere psicofisico;
  • ambienti severi: al contrario dei precedenti, sono quelli in cui le condizioni microclimatiche sono decisamente stressanti e possono compromettere la salute degli individui. Questa tipologia di ambienti si divide in microclima di ambienti severi caldi e microclima di ambienti severi freddi.

Cos’è il benessere termico?

Il benessere termico è fondamentale per la salute e il comfort dei soggetti. È dunque un aspetto rilevante per sentirsi bene all’interno della propria abitazione e in quanto tale va monitorato.

La valutazione del benessere termico si attua per gli spazi interni dell’abitazione e necessita del controllo della temperatura e dell’umidità. Per poterla eseguire correttamente, è essenziale avere chiari quali siano i parametri ideali per raggiungere una condizione di benessere termico. 

Prima di tutto occorre distinguere in quale ambiente ci si trova per fare una valutazione. È indubbio che in spazi come il bagno e la cucina ci sia un’umidità diversa da quella che c’è nelle camere da letto e nei soggiorni.

Detto ciò, la temperatura ideale dell’abitazione dovrebbe essere di circa 20 gradi centigradi in inverno e 25/26 gradi centigradi in estate. Il livello di umidità interna dovrebbe essere invece all’interno della forbice del 40% - 60%. È dunque consigliabile regolare la temperatura interna della casa con i sistemi di riscaldamento in inverno e di raffreddamento in estate affinché questa tenda sempre verso i valori sopracitati.

Altrettanto importante è però monitorare il secondo e fondamentale fattore di regolamentazione interna, ovvero l’umidità. Poche persone si preoccupano di questo aspetto, concentrandosi principalmente sulla regolazione della temperatura e dimenticando quanto questa possa impattare sul complessivo benessere termico di chi vi abita. 

Ma come misurare il livello di umidità in casa? Grazie ad uno strumento detto igrometro. Si tratta di un alleato prezioso: semplice da utilizzare e reperibile sul mercato a pochi euro.

Questo strumento permette appunto di misurare il grado di vapore acqueo interno all’abitazione, permettendo di agire di conseguenza. Avere un livello di umidità inferiore al 40% può causare disagi non indifferenti quali spossatezza e secchezza delle fauci e del cavo orale. Fortunatamente però, è molto difficile trovare oggi questo tipo di situazione all'interno delle mura domestiche.

Più frequentemente infatti si trova lo scenario opposto, ovvero un’umidità interna eccessiva. Questa condizione può causare sgradevoli sensazioni di malessere termico nei soggetti e conseguenze più o meno gravi per i muri della casa, ovvero condense e muffe.

Benessere termoigrometrico e come si controlla

La doverosa valutazione da attuare per controllare la situazione all'interno dell’abitazione e assicurarsi di salvaguardare il benessere termoigrometrico dei soggetti dipende quindi dalla regolazione della temperatura e dell’umidità.

Regolare la temperatura è molto intuitivo e, come già detto, rappresenta un accorgimento a cui molti fanno attenzione.

Regolare l’umidità, invece, può essere visto come più difficile e probabilmente la maggior parte delle persone non ha ben chiaro come fare.

È in realtà molto semplice. Se il livello di umidità supera i valori di riferimento ciò che si può fare nell’immediato è aprire le finestre per alcuni minuti e ventilare l’abitazione correttamente, sia in estate che in inverno.

Questo consiglio è senza dubbio efficace per debellare la fastidiosa problematica della formazione delle muffe solo unitamente all’isolamento termico delle pareti interne. Se l’abitazione non è stata correttamente isolata viene da sé che questo accorgimento non può essere del tutto risolutivo del problema.

Può anche essere utile munirsi di un deumidificatore. Questo apparecchio aspira l’aria, la filtra e la fa successivamente fatta passare attraverso un radiatore riempito di gas refrigerante. La bassa temperatura del radiatore condensa l’umidità presente e la raccoglie in una tanica. L’aria filtrata priva di umidità viene quindi rimessa in circolo da un ventilatore.

L’aiuto del deumidificatore è sicuramente prezioso, ma non deve mai sostituire la normale ventilazione degli ambienti che è estremamente importante fare aprendo le finestre.

Può essere una buona idea anche quella di munirsi di un sistema di ventilazione meccanizzata controllata, che consente di ricambiare l’aria interna automaticamente quando i livelli di umidità sono prossimi al superamento della soglia del 60%. 

Questo sistema è infatti utile per favorire l’evacuazione degli inquinanti che possono avere effetti negativi sulla salute, garantendo maggiore comfort e salubrità all'interno degli ambienti domestici.

Questi erano alcuni semplici ma fondamentali aspetti da considerare per garantire in casa un benessere termico e un comfort ambientale costante. Sono infatti necessari per salvaguardare la salute dei soggetti e non incorrere in pericolose situazioni di disagio e stress termico.