Le caratteristiche contrattuali dell’utenza di luce o gas possono non soddisfare più le necessità dei consumatori, per svariate ragioni tra cui il cambiamento del numero di componenti della famiglia o il trasferimento in una nuova abitazione. 

Accade infatti molto spesso che a causa di un trasloco sia necessario cambiare l’intestazione dell’utenza modificando il nome indicato sul contratto della fornitura di energia. È altrettanto frequente che la tipologia di attività svolte o l’uso che si fa di date apparecchiature facciano sì che la potenza o la tensione contrattuali non soddisfino più le proprie necessità. In questi casi è opportuno prendere in considerazione un cambio utenza: nello specifico può essere necessaria una voltura utenza, un subentro utenze oppure una modifica della potenza del contatore elettrico. Vediamo quindi nel dettaglio come procedere in ognuno di questi casi.

Voltura bollette

La voltura utenza elettrica è l’operazione che permette ad un cliente di richiedere il cambio di intestazione della bolletta relativamente ad un’utenza ancora attiva. 

Tale operazione non è da confondersi con il subentro, il quale permette di riattivare un contatore attualmente inattivo il cui contratto era stato precedentemente cessato. Entrambe possono rivelarsi necessarie durante un trasloco, momento estremamente delicato per cui è buona norma arrivare preparati.

Esistono, nello specifico, due tipi di voltura: la voltura con accollo e la voltura senza accollo. La prima fa riferimento al solo cambio di intestazione. In questo caso, quindi, il fornitore e le condizioni economiche di fornitura, ovvero i prezzi, rimangono invariati. La seconda tipologia, invece, prevede un cambio delle condizioni economiche della fornitura.

Per effettuare una voltura o un subentro è necessario contattare il proprio fornitore di energia. Al fine di avviare l’operazione bisogna anche fornire i seguenti dati:

  • Dati personali: codice fiscale, carta d’identità dell’intestatario del contratto, indirizzo e recapito telefonico;
  • Codice POD per la luce, oppure codice PDR per il gas: sono entrambi indicati nelle bollette o sul contatore;
  • Uso della fornitura: in caso di usi diversi da abitazione;
  • Autolettura del contatore;
  • Coordinate del conto corrente bancario o postale: questo dato va fornito solamente nel caso in cui si richieda il pagamento delle bollette tramite domiciliazione bancaria;
  • Indirizzo di recapito della fattura di conguaglio finale: solo nel caso in cui si richieda la voltura;
  • Potenza impegnata: solo per il contratto della luce;
  • Autocertificazione di residenza: solo per il contratto della luce relativo alla prima casa.

In merito alle tempistiche della voltura, come indicato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), il fornitore deve completare tutti i dati e le informazioni necessarie poiché l’attivazione contrattuale possa essere registrata presso il distributore entro 2 giorni lavorativi. Se tutta l’operazione si svolge con regolarità e senza intoppi, la voltura può quindi concretizzarsi in 4 giorni lavorativi a partire dalla richiesta da parte del cliente.

A differenza della voltura con accollo, che è gratuita, il costo della voltura senza accollo varia a seconda della tipologia di mercato con cui si è sottoscritto il contratto. Nel caso del mercato tutelato il prezzo è stabilito dall’ARERA, ed è di 77 euro circa.

Nel mercato libero, invece, il costo della voltura del contatore luce è di 49 euro circa, mentre quello della fornitura del gas viene modulato a partire da 53 euro circa.

Modifica della potenza del contatore

Una seconda operazione, che è possibile effettuare nel caso in cui si volesse cambiare la propria utenza di luce e gas, riguarda la modifica della potenza del contatore. Per avviare tale procedura è opportuno inviare la richiesta al proprio fornitore di energia. Alcuni fornitori dedicano un’area specifica del proprio sito web a questa operazione, altri richiedono che venga contattato il servizio clienti.

È possibile sia aumentare che diminuire la potenza del contatore, a seconda delle proprie esigenze. A tal fine è necessario corredare la richiesta di modifica della potenza con le seguenti informazioni:

  • Numero cliente: è riportato sulla prima pagina della bolletta, nell’area dedicata ai dati della fornitura. È altresì indicato sul contatore;
  • Copia di un documento di riconoscimento dell’intestatario del contratto;
  • Potenza e tensione richiesta;
  • Eventuali coordinate del conto corrente bancario o postale: solo nel caso in cui si richieda la domiciliazione.

Aumento della potenza del contatore

Relativamente all’aumento della potenza del contatore, i costi variano in funzione della tipologia di mercato con cui si è stipulato il contratto. 

Nello specifico, i clienti con contratto sottoscritto nell’ambito del mercato tutelato incorrono nei seguenti costi:

  • Un contributo di natura amministrativa di circa 26 euro richiesto dal distributore. Tale costo aggiuntivo viene eliminato fino a dicembre 2023 per le utenze domestiche;
  • Una quota pari a 70,41 €/kW relativa alla potenza aggiuntiva richiesta. Quest’ultima viene ridotta a 55,66 €/kW per le utenze domestiche fino al 31 dicembre 2023;
  • Un contributo fisso di 23 euro per la gestione della pratica da parte del fornitore.

Al contrario, i clienti con contratto stipulato nell’ambito del mercato libero incorrono nei costi che seguono:

  • Un contributo di natura amministrativa di circa 26 euro richiesto dal distributore. Tale costo aggiuntivo viene eliminato fino a dicembre 2023 per le utenze domestiche;
  • Una quota pari a 70,41 €/kW relativa alla potenza aggiuntiva richiesta. Quest’ultima viene ridotta a 55,66 €/kW per le utenze domestiche fino al 31 dicembre 2023;

Vi è poi, in questo caso, una certa variabilità dipendente dalle condizioni dei singoli contratti stipulati con il fornitore.

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Riduzione della potenza del contatore

Anche nel caso della riduzione della potenza del contatore, infine, i prezzi vengono modulati a seconda della tipologia di mercato propria del contratto che si è sottoscritto.

Tuttavia, viene da sé che in questo caso i costi siano contenuti poiché non vi sono quelli relativi alla quota potenza tipica dell’aumento kw.

Pertanto, i clienti del mercato tutelato pagano esclusivamente il contributo amministrativo di circa 26 euro richiesto dal distributore ed il contributo fisso di 23 euro relativo alla gestione della pratica del fornitore.
I clienti del mercato libero, infine, pagano a loro volta i suddetti 26 euro circa di contributo amministrativo e sono soggetti ad una variazione di prezzo riconducibile alle singole caratteristiche del proprio contratto.