Per abbattere i costi dei propri consumi elettrici, non solo è fondamentale sapere come e quando usare gli elettrodomestici in casa, ma è necessario imparare anche a leggere la bolletta: in genere, il consumo fatturato in quest'ultima dovrebbe corrispondere alla quantità di energia effettivamente utilizzata, ma ciò non avviene sempre. Ecco perché bisogna distinguere tra i consumi stimati e quelli rilevati: vediamo quali sono le differenze e come ridurre sensibilmente le spese.

Consumi di energia elettrica: cosa prevede la legge

Innanzitutto, va fatta chiarezza in merito a cosa prevede la legge nel mercato dell'energia elettrica: i gestori di rete sono tenuti alla lettura del contatore almeno una volta all'anno e, come è noto, dal 2006 una delibera ha determinato l'installazione presso le abitazioni di misuratori "leggibili" a distanza per rilevare il consumo effettivo. Ad ogni modo, nelle condizioni di "maggiore tutela", il contatore deve rilevare i consumi mensilmente e la potenza assorbita, ma è bene che l'utente controlli che le letture vengano eseguite, comunicando i dati all'operatore (ovvero l'autolettura, se si dispone di una potenza superiore ai 16,5 kW) e non lasciando trascorrere troppo tempo tra una rilevazione e l'altra. Se invece ci si affida a una compagnia di "mercato libero", la soluzione è comunicare con frequenza le autoletture, in particolare l'ultimo giorno del mese.

Cosa si intende per "consumo stimato"

Nonostante queste disposizioni, a volte gli utenti ricevono fatture sulla base dei consumi stimati: in pratica quando il fornitore, al momento dell'emissione della bolletta, non è a conoscenza delle informazioni aggiornate a proposito dell'energia elettrica, inserisce la dicitura "consumo stimato". Questo valore rappresenta solo una stima, cioè una previsione che si basa sui consumi energetici certi rilevati in precedenza nel medesimo periodo: nel caso dei nuovi clienti, in mancanza di uno "storico" ecco che la stima viene fatta utilizzando i dati contenuti nel contratto (composizione del nucleo famigliare, apparecchi utilizzati e tipologia di fornitura).

In cosa consiste il "consumo rilevato"

A differenza del "consumo stimato", quello effettivo (chiamato anche "consumo rilevato") indica l'energia realmente consumata nel periodo di tempo compreso tra due letture del contatore e si rientra nel caso in cui il dato in kWh è stato trasmesso al gestore prima dell'emissione della bolletta. Per calcolarlo basta eseguire una sottrazione fra la cifra presente sul display del contatore e quella della precedente lettura: come si può immaginare, con l'autolettura oltre a monitorare i consumi e a ridurre le spese si evita anche di doversi affidare al cosiddetto conguaglio che viene effettuato in genere una volta l'anno.

Il conguaglio: due possibili situazioni

Il momento del conguaglio è quello in cui il gestore provvede a pareggiare i conti, confrontando i dati reali di consumo con quelli stimati nel corso di un determinato periodo e procedendo ad incassare l'eventuale differenza. Dal momento che la stima non potrà mai restituire un valore preciso in termini di kWh consumati, si profilano due situazioni: nella prima, emerge che il consumo reale è inferiore a quello stimato e dunque l'utente si vedrà dedurre in bolletta l'eccedenza addebitata in precedenza quale previsione; in caso contrario, se il consumo effettivo eccede le stime, si pagherà al gestore una cifra extra che in precedenza non era stata fatturata in bolletta. Insomma, nonostante il conguaglio faccia sì che venga corrisposta la somma esatta per il consumo di energia elettrica, è meglio verificare che le letture siano eseguite con assiduità anche per evitare eventuali maxi-conguagli troppo esosi.