Il mercato libero dell'energia è realtà ormai da qualche anno in Italia. Gli utenti hanno facoltà di scegliere il fornitore che preferiscono confrontando decine di proposte: possono risparmiare sul prezzo dell'energia mettendosi al riparo dai temuti aumenti trimestrali.
Tuttavia, la maggior parte degli italiani non ha ancora scelto un fornitore del mercato libero ed è ancora legata ai soggetti ex-monopolisti.
Sembra che la ragione stia nella difficoltà di capire dove e quanto si possa effettivamente risparmiare nel cambio di fornitore. Ecco qui tutto quello che c'è da sapere per capire davvero le offerte gas e luce.
Cosa significa cambiare fornitore?
Come clienti del mercato libero dell'energia, a tutti noi spetta la facoltà di scegliere il fornitore di gas o di luce che preferiamo.
Nessuna scelta o preferenza, invece, ci è concessa per quanto riguarda i distributori e i gestori dell'energia. Non possiamo quindi scegliere da chi farci trasportare l'energia o chi deve installarci un contatore: le società proprietarie delle reti elettriche, dei gasdotti e dei contatori sono stabilite a livello nazionale.
Cosa paghiamo in bolletta?
Vale la pena distinguere esattamente quali siano le spese e i costi che vengono addebitati sulle nostre bollette di luce e gas.
Il prezzo finale della bolletta, si sa, è molto maggiore rispetto al costo dell'energia che effettivamente consumiamo; e la ragione sta nel fatto che occorre remunerare tutta la filiera energetica.
In genere gli addebiti per gas e luce sono indicati e distinti in questo modo:
1) costo per la componente energia: questa spesa è divisa in una quota variabile, che rappresenta il costo che il fornitore addebita per l'energia consumata, e in una quota fissa calcolata in base alla potenza erogata, ai consumi e ai servizi erogati;
2) costo per il trasporto dell'energia e per la gestione del contatore: si tratta di spese inevitabili, fisse e calcolate su base nazionale;
3) oneri di sistema, ovvero spese destinate a finanziare o coprire attività di interesse generale che vengono addebitate a tutti i clienti finali;
4) imposte e accise distinte in imposte dirette, calcolate sulla quota di energia effettivamente consumata, e in addizionali ed IVA.
Come variano le offerte dei vari fornitori?
Ogni fornitore propone la sua personalissima offerta indicando:
- il prezzo unitario della componente energia (ovvero il costo di ogni kilowattora di corrente e di ogni metro cubo standard di gas);
- l'indicazione sulla variabilità o meno del prezzo nel corso del contratto;
- l'esistenza di una o più fasce orarie per l'uso dell'energia;
- ed infine i suoi servizi: call center, fatturazione elettronica, pagamento con carta di credito o ricarica, ecc...
Dove si può risparmiare?
Dall'esame della bolletta è evidente che l'unica voce su cui è possibile risparmiare è la prima, quella della componente energia. In particolare è possibile contrattare un prezzo per unità di energia inferiore rispetto a quello del mercato tutelato, avendo così un abbassamento del costo totale della fornitura.
Dalle analisi di alcune associazioni di consumatori è emerso che, in realtà, il costo effettivo della componente energia consumata equivale a meno del 50% circa dell'importo totale della bolletta: il resto sono costi fissi e inevitabili su cui non si può risparmiare nemmeno cambiando fornitore.
Cambiare fornitore, comunque, vale la pena per risparmiare qualcosa sul costo dell'energia e per ottenere un servizio più rapido, efficace e adatto alle proprie esigenze.