La bolletta relativa alle utenze elettriche è composta da un gran numero di voci e componenti, a ciascuna delle quali è assegnata una specifica funzione e tutte le quali concorrono a formare l'importo dovuto. In particolare, occupiamoci della dicitura DispBT in bolletta: cosa significa questa componente e come viene determinata ai fini dei costi?

Le componenti dovute al dispacciamento

Oltre alla componente energetica (ossia, il costo della materia prima oggetto di fornitura moltiplicato per i kWh concretamente consumati e differenziato dalla fascia oraria di riferimento), la bolletta prevede, tra gli altri, i cd. oneri di dispacciamento. Queste voci di spesa sono volte a coprire l'omonimo servizio, ossia le attività poste in essere dal distributore per far sì che nella rete non venga immessa energia in misura superiore a quella che effettivamente viene consumata. Questa serie di interventi richiede un gran numero di attività, i cui costi, inevitabilmente, vengono ad essere ripartiti sui clienti finali. Ebbene, sotto questo profilo le voci relative al prezzo di dispacciamento (PD) vengono collocate in bolletta sotto forma di due componenti specifiche: una componente di perequazione (PPE) e una componente di dispacciamento variabile (DispBT).

La voce DispBT: significato

Nel dettaglio, mentre la componente di perequazione è volta alla copertura dei costi relativi all'acquisto e al dispacciamento per i contratti in regime di mercato tutelato (con la conseguenza che questa voce non è presente nelle bollette dei clienti del libero mercato), la componente variabile DispBT si applica sia ai clienti in regime di maggior tutela sia nei confronti dei clienti del mercato libero. Il suo ammontare viene determinato in relazione al consumo annuo registrato e purché il cliente sia residenziale e detenga una potenza installata non superiore a 3 kW. Tuttavia, l'ammontare della componente (normalmente espresso in una misura fissa annuale) tende a diminuire per i consumi più bassi (fino ai 1.800 kWh annui).