Una delle corporazioni più spesso chiamate in causa per via del cambiamento climatico e delle sue conseguenze spesso drammatiche è quella degli ingegneri. A Madrid, in occasione del COP25, il venticinquesimo convegno organizzato dall’ONU su clima e ambiente, erano presenti come relatori tecnici ben 15 ingegneri civili provenienti da ogni parte del mondo riuniti per discutere circa il riscaldamento globale.

Gli ingegneri studiano i rischi

Il cambiamento climatico che comporta una forbice sempre più estesa tra caldo e freddo estremo in alcune aree del pianeta, rischia di diventare un forte motivo di stress non solo per le abitazioni ma anche per le grandi strutture civili realizzate in acciaio e cemento che potrebbero reagire in modo non consono alle sollecitazioni del clima. 

Sotto indagine le ferrovie, soprattutto quelle ad alta velocità, ponti e viadotti, in particolare quelli di vecchia generazione, per via di manutenzioni non sempre corrette e di una corruttibilità maggiore legata ad agenti atmosferici fortemente inquinati, ma anche le grandi opere architettoniche come grattacieli, aeroporti, ospedali. 

Strutture da ripensare per combattere il riscaldamento globale

Così come sono state pensate il secolo scorso molte opere anche notevolmente importanti per l’utilità o per la loro immagine possono essere a rischio. È questo il messaggio che il drappello di quindici ingegneri presenti a Madrid ha voluto significare ai delegati di ogni parte del mondo avvertendo che molte opere già in essere dovranno essere ripensate e rivalutate. Il pensiero che riporta alla tragedia genovese del Ponte Morandi è evidente: il crollo del viadotto sul Polcevera dell’agosto 2018 ha avuto diverse cause legate sicuramente alla manutenzione e a un utilizzo che negli anni ’60, quando fu progettato e costruito non poteva essere previsto. 

Ma è altrettanto vero che il calcestruzzo ha presentato elementi di debolezza legati non solo al salino, che a Genova è presente perfino nell'entroterra ma anche alle piogge che hanno attaccato in modo molto corrosivo l’anima di acciaio della struttura per via del forte inquinamento in tutta la città che ha una mappa del traffico tra i più caotici d’Europa e che per anni ha ospitato l’attività estremamente intensa di un’acciaieria a caldo, a poche centinaia di metri di distanza dal Morandi. 

Gli ingegneri chiedono ai paesi di mappare quelle che possono essere le situazioni di crisi, affidarle ai migliori specialisti, sorvegliarle; e ripensare ai nuovi progetti tenendo ben presente un parametro in più che fino a qualche decennio fa non veniva minimamente preso in considerazione. L’inquinamento e il rischio climatico.