Quando si parla di transizione energetica si fa riferimento a un processo lungo e articolato per abbandonare le fonti energetiche fossili e inquinanti e avvicinarsi sempre più a quelle sostenibili e rinnovabili. Negli ultimi anni l’interesse verso questi temi è aumentato sempre di più, proprio a causa delle grandi conseguenze ambientali che i combustibili fossili generano. Per migliorare tale condizione sono stati definiti diversi obiettivi e traguardi, in ottica di rispetto per il pianeta e di riduzione delle emissioni.

Transizione energetica: il significato 

Negli ultimi anni si sta sentendo parlare sempre più di transizione energetica: un processo lungo e articolato che prevede il passaggio da un mix energetico incentrato sui combustibili fossili a uno a basse o zero emissioni, che sfrutta le fonti sostenibili e rinnovabili come il sole e il vento. Si tratta di un obiettivo molto ambizioso ma non impossibile da raggiungere, infatti l’Italia è già sulla buona strada grazie ai numerosi cambiamenti che si sono verificati nell’ultimo decennio.

L’esigenza di portare avanti una transizione energetica nasce dalla necessità di rispondere al crescente surriscaldamento ambientale. Infatti, i dati della Nasa hanno evidenziato un innalzamento delle temperature di 1,02 gradi nel 2020 e prevedono un’ulteriore crescita man mano che gli anni avanzano. Questo scenario, purtroppo, non è molto incoraggiante e fa nascere l’esigenza di ridurre le emissioni di carbonio nell’aria.

Per bloccare il cambiamento climatico e aiutare il pianeta a ritrovare il proprio equilibrio è necessario partire dall’energia. Infatti, gli studi hanno dimostrato che il principale gas a danneggiare l’atmosfera è proprio l’anidride carbonica e questa proviene in gran parte dal settore energetico. In questo scenario si sono sviluppare alternative sostenibili come l’energia solare e quella eolica, che rappresentano un’ottima soluzione al problema. Si tratta in ogni caso di un processo lungo e dispendioso fino ad arrivare alla completa transizione e all’abbattimento delle emissioni.

Comprendere a pieno perché è nato il bisogno di agevolare e accelerare una transizione energetica significa capire quali sono state e sono tutt’ora alcune delle più distruttive conseguenze dell’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili. Si indicano alcuni esempi:

  • inquinamento ambientale: bruciare risorse di energia fossile genera importanti problemi di inquinamento non solo locale, ma anche internazionale e globale. Si tratta di modificare e danneggiare gli ecosistemi in cui l’uomo vive, alterando le condizioni d’equilibrio ottimale;
  • esaurimento delle fonti energetiche: le risorse energetiche non sono tutte rinnovabili e inesauribili come il sole. Quindi, ogni volta che si consuma una fonte disponibile in quantità limitata si aumenta il rischio di esaurimento.

Per individuare concretamente il traguardo che si vuole raggiungere, nel 2015 alla COP21 di Parigi è stato firmato un accordo internazionale per stabilire l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro la fine di questo secolo al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Inoltre, si parla anche di limitarlo a 1,5 gradi. Obiettivi ambiziosi ma non impossibili con l’impegno di tutto il pianeta.

la transizione energetica

Quali sono gli obiettivi della transizione energetica? 

Il processo di transizione energetica è lungo e complesso. Per raggiungere gli obiettivi desiderati è necessaria la collaborazione di tutti i paesi e un generale allineamento su quali sono gli scopi e i traguardi da realizzare. Infatti, si tratta di un processo che per funzionare deve coinvolgere tutta la filiera dell’energia, dal momento in cui si estraggono le fonti rinnovabili, fino a quando l’energia viene immessa sul mercato e poi il prodotto finale viene utilizzata dal consumatore ultimo.

L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) ogni anno pubblica un documento contenente un aggiornamento sulla transizione energetica, per capire quali sono gli obiettivi raggiunti e quali quelli ancora in lavorazione e per ristabilire le priorità. I due obiettivi principali rimangono i seguenti due:

  • mantenere il surriscaldamento globale annuale sotto 1,5°C;
  • rispettare i punti definiti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Allo stesso modo, si vanno anche a definire delle priorità minori da considerare anno per anno. Per il 2022 i punti su cui investire e focalizzarsi sono stati i seguenti:

  • eliminazione del carbone: l’obiettivo è di avere tolleranza zero verso il carbone, così da eliminare del tutto l’energia prodotta da tale fonte per lasciare spazio al rinnovabile;
  • adattamento delle infrastrutture: si tratta di aumenta la flessibilità e l’interconnessione per integrare la quota rinnovabile;
  • riduzione e poi cancellazione dei sussidi ai combustibili fossili: esistono ancora delle agevolazioni per chi sceglie l’energia fossile. Rimuovendo questi incentivi si ottiene automaticamente una diminuzione dei combustibili fossili;
  • implementazione dell’energia rinnovabile: al tempo stesso devono aumentare i sussidi per chi sceglie l’energia rinnovabile.

Secondo i dati dell’Osservatorio Energetico dell’ENEA l’Italia è a buon punto nella transizione energetica. Infatti, si tratta di un Paese all’avanguardia, l’unico che ha ridotto le emissioni dei gas serra dell’11% in soli cinque anni, grazie ai programmi che incoraggiano l’utilizzo delle fonti rinnovabili. In Italia l’energia proveniente da una fonte sostenibile corrisponde al 36% della produzione elettrica. Una percentuale interessante e ancora in crescita.

Per raggiungere tali traguardi è importante parlare anche di finanziamento della transizione energetica. A tal proposito si parla di tre diverse tipologie di progetto a supporto del piano:

  • progetti equity o community shares: quando gli investitori acquistano delle quote di cooperative o aziende che operano nella produzione di energia pulita. In tal modo possono usufruire e beneficiare dei dividendi emessi in funzione della performance economica dell’investimento effettuato;
  • progetti lending: in questo caso, invece, gli investitori concedono un prestito in cambio di una remunerazione futura che il progetto basato sull’energia rinnovabile produce. Tecnicamente tali iniziative si differenziano per lo strumento di debito usato.

L’obiettivo dell’Italia entro il 2050 è proprio quello di realizzare completamente il piano di transizione energetica. Un traguardo ambizioso in cui il Paese investe ogni giorno, per sfruttare al massimo il grande potenziale solare, eolico e geotermico che ha disposizione. Infatti, lo sviluppo di energia rinnovabile rappresenta il cuore della transizione, non solo con riferimento alla fonte solare, ma anche alle tecnologie relative all’idroelettrico e al geotermico che si stanno affermando sempre più. Non si esclude che, nei prossimi anni alla transizione possano contribuire anche dei nuovi settori, come l’energia marina e l’idrogeno green. La ricerca non si ferma mai, per cercare sempre nuove soluzioni sostenibili.