Alcune volte può succedere che il consumatore abbia bisogno di un cambio relativo alla potenza impegnata riguardo al contatore della luce. Non tutti possono essere a conoscenza della procedura che si attua nel momento in cui ci si appresta a fare questo cambiamento. Innanzitutto si parla di potenza impegnata per indicare quella che viene richiesta dall'utente nel momento in cui si sottoscrive al contratto. Il cliente può decidere in autonomia, secondo le sue esigenze, quale potenza applicare al proprio contatore. Diverso è il discorso della potenza disponibile che non è nient'altro che la potenza massima prevista dall'impianto di distribuzione più vicino alla propria casa o appartamento. Nel caso in cui il consumatore si renda conto che la potenza disponibile non è più sufficiente per i suoi bisogni, allora significa che è arrivato il momento di cambiare la potenza impegnata. Un segno della necessità di dover aumentare la potenza è ad esempio il contatore che salta in continuazione: questo può accadere per l'installazione di elettrodomestici nuovi, condizionatori o semplicemente perché è aumentato il numero degli abitanti all'interno della casa. Cambiare la potenza impegnata è un passaggio molto semplice. E' sufficiente contattare il proprio fornitore di energia elettrica chiedendo una modifica del contratto. Molte aziende, anche quelle relative al mercato libero, danno la possibilità al consumatore di poter inviare la domanda direttamente via web attraverso la loro pagina internet. Altrimenti è sempre disponibili il numero del servizio clienti con cui parlare con un'operatore. Per quanto riguarda i costi, questi sono cambiati con la nuova riforma della tariffa elettrica, che ha determinato dal 1 Aprile 2017 una riduzione dei costi oltre che all'introduzione di un numero maggiore dei livelli di potenza. La riduzione dei costi è di circa il 20% per quanto riguarda il contributo previsto per ogni kW di potenza aggiuntiva richiesta e possono essere fatti aumenti di potenza a scaglioni di 0,5 kW. Si rende necessaria fare una distinzione tra i clienti del mercato tutelato e quelli del mercato libero. Se i primi dovevano sostenere dei costi fissi pari alla cifra di 27, 03 €, un contributo fisso amministrativo di 23 €, e una cifra di 69,36 €/ kW relativa alla potenza impegnata aggiuntiva richiesta; ora viene eliminata la cifra dei 23 € del contributo fisso amministrativo e viene ridotto del 20% il contributo previsto per ogni kW di potenza aggiuntiva. Discorso diverso per i clienti del mercato libero i cui costi dipendono dalle condizioni fornite nei diversi contratti di ciascun fornitore, salvo il discorso in cui la società richieda ugualmente 27,03 € di contributo fisso e la cifra di 69,36 €/kW per la potenza aggiuntiva del contatore della luce. Anche in questo caso, il contributo di 27€ risulta annullato sia per i clienti del mercato fisso che per quelli del mercato libero fino al 2019 al fine di applicare un periodo di sconto transitorio. Infine, nel caso in cui il cliente abbia la necessità di diminuire la potenza impegnata del contatore della luce, questo deve sapere che non ci sono costi aggiuntivi poiché l'aumento della tariffa è previsto solo per l'aggiunta di potenza impegnata. I tempi previsti per il cambiamento di potenza, sia essa aumentata o diminuita, sono decisamente brevi e rapidi: 5 giorni lavorativi dal momento in cui il fornitore riceve la domanda. Invece, se è necessario effettuare un lavoro sul contatore il tempo si prolunga fino a 20 giorni lavorativi. Nello sfortunato caso in cui il cliente aspetti un tempo maggiore ha il diritto a ricevere un indennizzo pari a 35 € se il tempo passato è il doppio di quello previsto piuttosto che 70 € per il triplo.