Il 3 dicembre 2019 è stato presentato a Bruxelles il rapporto annuale sull’energia del Mediterraneo, intitolato “MED & Italian Energy Report”, dal quale si evince che il valore aggiunto alla filiera dell’energia elettrica italiana ammonta a una quota pari ai 30 miliardi di euro: insomma sembra proprio che le rinnovabili abbiano raddoppiato il proprio valore negli ultimi anni.

Secondo lo studio, coordinato da SRM, il centro studi creato in collaborazione con Banca Intesa Sanpaolo, e dal Politecnico di Torino, sono 23.500 le imprese attive sul territorio nazionale e circa 215.000 gli addetti coinvolti.
A partecipare alla presentazione del rapporto al Parlamento europeo, erano presenti il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, le eurodeputate Tiziana Beghin (M5s) e Patrizia Toia (Pd) e il presidente Compagnia di San Paolo Francesco Profumo.

Rinnovabili in Italia, come si comporta l'energia elettrica?

Lo studio, presentato al Parlamento europeo, testimonia che la domanda mondiale di energia elettrica è ancora in buona parte soddisfatta dalle fonti fossili: più precisamente, il 34% circa dal petrolio, il 27% circa dal carbone e il 23% circa dal gas.

L’Italia, nonostante sia nazione ancora in gran parte dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili (78,6%), si impegna sempre di più per sviluppare efficienza, risparmio energetico e fonti rinnovabili. Di questi ultimi, la quota sulla produzione elettrica è passata dal 17% nel 2007 al 34%.

Dal rapporto “MED & Italian Energy Report”, emerge che i porti italiani hanno un ruolo strategico, in quanto rappresentano un gate fondamentale per l’accesso energetico. Solo nel Sud Italia si concentra il 45% del traffico energetico del Paese e l’area del Mediterraneo e della regione del Medio Oriente incide per il 20% sulla produzione mondiale di fonti fossili.

L’obiettivo attribuito all’Italia per il 2020 era quello di raggiungere il 17% di quota FER, indice dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile sui consumi energetici totali: risultato raggiunto con circa 3 anni di anticipo. 

Secondo il rapporto pubblicato a settembre 2019 sulle “Fonti rinnovabili in Italia e in Europa verso gli obiettivi al 2020 e al 2030”, l’Italia si è guadagnata il terzo posto in classifica per quanto riguarda il valore del consumo di energia da fonti rinnovabili, grandezza misurata in Mega tep. I 22 Mtep totalizzati dall’Italia alla fine del 2017 le conferiscono una meritata medaglia di bronzo; il valore è più che raddoppiato negli ultimi 12 anni.

Eolico in testa 

Secondo un altro studio, il Renewable Energy Report 2019, stilato dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, la situazione attuale dell’Italia è da ritenersi positiva, nonostante ci sia ancora molto da lavorare.

Il report, riguardo lo stato dell’arte delle rinnovabili in Italia, presenta dati interessanti soprattutto in merito all’eolico e al fotovoltaico. Negli ultimi due anni, la potenza dei nuovi impianti ad energia eolica è pari a 511 Mw, mentre quelli a energia solare raggiunge i 437 Mw. 

I trend di crescita delle due fonti energetiche, nonostante ciò, sono ancora troppo bassi rispetto a quelli indicati dal PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Il Piano, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico, raccoglie gli obiettivi che l’Italia deve raggiungere in materia di energia e tutela dell’ambiente, definendo un traguardo preciso: entro il 2030, il 30% dell’energia consumata complessivamente in Italia dovrà provenire da fonti energetiche rinnovabili.
Il Piano prevede un forte aumento della produzione di energia elettrica da fonte eolica e solare, che, secondo gli obiettivi fissati dal documento, dovrebbero rispettivamente più che raddoppiare e quasi triplicare: l’energia eolica prodotta in Italia dovrà passare dai 9.776 Mw (megawatt) l’anno registrati nel 2017 ai 18.400 Mw previsti per il 2030, mentre quella fotovoltaica dai 19.682 Mw del 2017 ai 50.880 Mw del 2030.