La tariffa monoraria D2 era una tariffa obbligatoria imposta dall'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) per i servizi di rete, che comprendono la distribuzione, la trasmissione e la misura dell'energia elettrica. L'abolizione della tariffa monoraria D2 risale all'anno 2017, per mezzo della riforma tariffaria. Quest'ultima ha portato alla luce una nuova tariffa unica, la tariffa TD. A seguire un approfondimento sull'importante tema e i costi legati alla nuova tariffa.

L'ex tariffa monoraria D2

La tariffa monoraria D2 prevedeva la composizione del prezzo dell'energia elettrica sommando tre corrispettivi: un corrispettivo per ogni contatore, un corrispettivo legato alla potenza impegnata e un corrispettivo in base ai consumi effettivi di energia elettrica. Nello specifico, la tariffa monoraria D2 era basata su un'unica fascia oraria (24 ore su 24, dal lunedì alla domenica) in cui il prezzo del corrispettivo variabile per il consumo di energia era legato era sempre lo stesso (il costo della tariffa monoraria era stabilito dall'ARERA, ndr). In passato, la tariffa monoraria D2 era accessibile soltanto ai clienti con una potenza impegnata fino a 3 kW e con la residenza anagrafica coincidente con il domicilio presso il quale era attiva la fornitura elettrica. In contrapposizione con la tariffa monoraria D2 c'era la tariffa D3, prevista per i clienti non residenti e coloro che richiedevano una potenza impegnata superiore ai 3 kW. Nell'anno 2017, la riforma tariffaria ha posto termine sia alla tariffa monoraria D2 che alla tariffa D3, entrambe sostituite dalla tariffa unica TD.

Il passaggio dalla tariffa monoraria D2 alla tariffa TD

Chi ha subito il passaggio dalla tariffa monoraria D2 alla tariffa unica TD ha dovuto pagare 64 euro in più in bolletta come quota fissa qualora i consumi si siano attestati al di sotto della soglia dei 1.800 kWh. Raggiunti i 2.700 kWh la quota fissa si abbassa a 32 euro, fino ad annullarsi per consumi fino a 3.100 kWh. Il risparmio maggiore lo hanno ottenuto le famiglie, le quali hanno potuto beneficiare in questi ultimi due anni di un risparmio pari al 24 per cento.