Il concetto di resilienza elettrica assume un’importanza sempre più centrale non solo per le aziende di forniture energetiche, ma anche dallo Stato stesso con lo scopo di riuscire a far fronte a eventi climatici che possono interferire con la fornitura elettrica di case e infrastrutture. 

Del resto, negli ultimi 15 anni si sono presentate diverse situazioni che hanno visto intere città in preda ai black-out: per questo risulta centrale studiare e conoscere nuovi metodi per far fronte a queste evenienze, non solo scomode ma anche pericolose. 

Che cosa è la resilienza elettrica?

Il concetto di resilienza elettrica proviene dal settore della metallurgia, ma si può applicare a molti ambiti, dato il suo significato generale di resistenza alle forze che sono applicate a un oggetto.

Più specificatamente, in ambito energetico, la resilienza del sistema elettrico è la capacità, suddivisa in due più specifiche, che questo ha di rispondere a eventi climatici o non, che perturbano il normale funzionamento delle forniture energetiche. 

La prima capacità specifica è quella di assorbimento dei disturbi: infatti, la trasmissione elettrica deve adattarsi al problema ed essere in grado di mantenere almeno in parte il suo funzionamento; chiaramente a un evento di severa intensità corrisponderà comunque una degradazione funzionale elevata. 

La seconda capacità che rientra in questo concetto è quella del recupero veloce dai disturbi, in modo che in presenza di un problema generato da eventi esterni, il sistema riesca il più possibile a ridurre la mancata fornitura dei suoi utenti. 

Quindi la resilienza di un sistema elettrico può essere definita come quell’insieme di accorgimenti strutturali e di programmazione, aggiuntivi rispetto ai criteri di sicurezza di base, che gli permettono di garantire delle prestazioni ragionevoli anche in caso di eventi che ne compromettano il funzionamento.

Per ottimizzare una struttura secondo i dettami della resilienza è necessario rielaborare i parametri di pianificazione e gestione del sistema elettrico approfonditamente: migliorando la struttura e la sicurezza di questa, la si rende più pronta ad eventuali necessità atipiche. 

Per riuscire a garantire dei sistemi elettrici in grado di sopportare eventi esterni di una certa importanza, sono necessari degli approcci nuovi sia nella pianificazione che nella gestione del sistema, in modo da riuscire a potenziare gli impianti senza che questo implichi spese eccessive.

Le analisi atte a comprendere quali elementi vadano perfezionati devono definire quali siano gli interventi da attuare con priorità, in modo da ottimizzare gli impianti in modo intelligente, andando a rafforzare i punti fondamentali; queste considerano da una parte i rischi verificati e dall’altra le valutazioni di costi/benefici delle migliorie, tenendo presenti sia la riduzione dei danni che gli interventi causerebbero che anche i tempi in cui le minacce dovrebbero ripresentarsi.  

Dichiarazione resilienza impianto elettrico

Per quanto resilienza e conformità siano due termini collegati, le due dichiarazioni annesse sono dei documenti con informazioni e funzioni molto diverse.

Infatti, sebbene entrambe riguardino il funzionamento dell’impianto e la sua interazione con gli ambienti, tuttavia la dichiarazione di resilienza indica la capacità dell’impianto di resistere a eventi traumatici, mentre quella di conformità è necessaria per verificare che la propria struttura elettrica segua le normative vigenti. 

Nelle dichiarazioni di conformità si certifica che un impianto elettrico nuovo sia stato costruito ed installato seguendo le regole imposte. Usualmente viene rilasciata da imprese edili abilitate e vengono effettuate da un responsabile tecnico specializzato in queste procedure.

A questo proposito è opportuno sottolineare che avere un impianto elettrico non a norma può essere molto pericoloso, in quanto potrebbe provocare incendi e folgorazioni, per cui è fondamentale agire prontamente nel caso di non conformità alle leggi.

Invece una dichiarazione di resilienza descrive tutti quegli accorgimenti necessari al funzionamento dell’impianto in caso di eventi climatici gravi, come lunghi periodi con temperature molto basse o molto elevate, forti temporali, allagamenti e qualsiasi altra situazione che può compromettere in modo severo un impianto elettrico.

Come precedentemente detto, la resilienza riassume - in un concetto solo - la capacità di assorbire gli impatti e quella di rapida ripresa da quelli. 

Pertanto, una struttura che sia altamente resiliente è in grado di gestire situazione in cui un impianto solo conforme collasserebbe.

Governare questo tipo di eventi non significa non subire nessun tipo di danno, ma essere in grado di mantenere un certo livello di funzionamento, che gradualmente diminuisce al crescere della gravità dell’evento, e di riprendere le piene funzioni nel minor tempo possibile. 

Regolamento UE requisito di resilienza

Considerata la condizione ambientale attuale e i rischi climatici, l’Unione Europea si è impegnata della creazione di un regolamento che stimoli lo sviluppo nelle principali aziende di fornitura di energia di installazioni.

Regolamento UE requisito di resilienza

L’obiettivo è quello di rendere i sistemi elettrici il più possibile efficaci anche in situazioni di eventi climatici gravi che potrebbero altrimenti generare black-out, andando a supportare gli interventi delle singole nazioni, per trovare una soluzione più avanzata. 

La disalimentazione di energia elettrica è stato in passato un problema gestito in modo nazionale, ma - considerando l’interconnessione tra tutti i circuiti - un malfunzionamento locale può rapidamente espandersi e raggiungere dimensioni maggiori.

Per questo si è rivelato indispensabile l’intervento da parte della Commissione Europea, in modo da subentrare alle legislazioni statali qualora queste non siano sufficienti a gestire le situazioni.

Il regolamento europeo ha stabilito come suo obiettivo principale la garanzia di adozione di dispositivi pensati per prevenire, preparare e gestire situazioni critiche. Questo avviene solo se i sistemi vengono resi sempre più resilienti. 

Tra le varie indicazioni si presenta l’elaborazione di Piani di preparazione ai rischi, in cui vengono presentate da una parte delle precisazioni sia sulle procedure nazionali che su quelle coordinate degli stati appartenenti, facendo attenzione a non uniformare le situazioni ma a considerare le variabili di ogni Paese, e dall’altra si impegna a definire per le autorità competenti i loro ruoli e le loro responsabilità.

Altre istruzioni riguardano la prevenzione e gestione di black-out e cyberattacchi e le modalità di cooperazione tra gli stati dell’Unione.

Più precisamente, il regolamento n. 347/2013 del parlamento europeo e del consiglio del 17 aprile 2013 enuncia che è necessario aggiornare all’interno dell’Europa le principali infrastrutture energetiche in modo da aumentarne la resilienza, rendendole in grado di subire effetti negativi senza collassare e comunque mantenendo un certo grado di funzionamento.

L’attenzione è rivolta alle più importanti per il continente europeo, che più necessitano di migliorie nella loro protezione, in modo che si prevengono disagi di dimensioni plurinazionali.  

Inoltre, vengono previsti dei metodi di analisi molto attenti al funzionamento a lungo termine delle linee, che verificano l’adeguatezza della produzione e della trasmissione con dei test già tenendo conto delle variabili delle condizioni climatiche e della possibile occorrenza di situazioni di eventi estremi, riuscendo a valutare l’effetto di questi sulla resilienza complessiva dell’infrastruttura.

In casi specifici esiste una procedura per la quantificazione dell’influenza del progetto sia sull’affidabilità dei controlli, eseguiti per controllare funzionamento e servizi di un sistema, sia sulla sua autonomia. 

La resilienza è un argomento il cui interesse che cresce ogni giorno di importanza per tutti gli Stati, non solo europei ma di tutto il mondo.

A causa della situazione climatica precaria è sempre più necessario considerare questa caratteristica quando vengono prese delle decisioni riguardo a forniture di energia, facendo attenzione a come l’elettricità viene trasportata e verificando la presenza di fonti rinnovabili che garantiscono una maggiore flessibilità di fronte a eventi climatici traumatici che possono produrre disservizio energetico.