Un accordo, dopo tante polemiche è stato raggiunto, ma la plastic tax è ormai in dirittura d'arrivo. La tassa appena approvata in commissione Bilancio al Senato e pronta per essere inserita nella manovra finanziaria da approvare entro il 31 dicembre in via definitiva, è stata ridotta sensibilmente. 

Peserà per 45 centesimi su ogni chilo di materiali plastici destinati ai prodotti monouso e agli imballaggi. Una cifra più che dimezzata rispetto alla previsione di un euro per ogni chilogrammo di plastica. E tra i materiali tassabili rientra anche il tetrapak. 

Plastic tax, l'applicazione slitta a luglio prossimo

C'è però una buona notizia per i produttori: l'entrata in vigore è differita al 1 luglio prossimo e non sarà dunque immediata, come inizialmente previsto. Restano esclusi dalla tassazione i prodotti che abbiano una componente di plastica al di sotto del 40% e i prodotti in plastica riciclata. Il via libera della commissione Bilancio è arrivato al termine di una seduta durata quasi 14 ore, ma per coprire l'ultimo miglio e arrivare al primo sì del Parlamento bisognerà aspettare ancora qualche giorno. 

Le polemiche tuttavia non si sono ricomposte, neppure all'interno della maggioranza di Governo e rischiano di pesare ulteriormente su quella che viene considerata una tassa nata non per fare cassa, ma soprattutto per intensificare un processo culturale che porti alla progressiva riduzione degli imballaggi, con una preferenza verso materiali meno impattanti sull'ambiente. 

Alle opposizioni in Parlamento si affianca il leader di Italia Viva Matteo Renzi, disposto a fare “una battaglia senza quartiere per evitare la tassa sulla plastica e sullo zucchero”. Ma anche fuori dal Parlamento montano le proteste contro la plastic tax. 

Plastic tax, i produttori si ribellano al Governo

L'opposizione più forte arriva dai produttori, la cui maggioranza opera in Emilia Romagna. È Confcooperative dell'Emilia Romagna a puntare l'indice contro il Governo, sottolineando come la legge di Bilancio finirà per penalizzare fortemente le imprese della regione, nonostante rimodulazioni e rinvii. 

La decisione del Governo di mantenere la plastic tax, secondo l'organizzazione, finirà per danneggiare alcune eccellenze emiliano-romagnole quali il settore agroalimentare e la packaging valley. La plastic tax non genererebbe alcun beneficio in termini ambientali, ma solo pesanti ripercussioni sulle imprese coinvolte, sostengono a Confcooperative, perché una maggiore tassazione andando a pesare sulle aziende di settore ne minerebbe la loro competitività sui mercati internazionali, dove già c'è un confronto serrato con imprese di altri Paesi che hanno costi del lavoro molto più bassi. 

Anche i sindacati non si rassegnano all'approvazione di una tassa sulla produzione di materiali plastici non riciclabili. È la Fai Cisl che non nasconde la preoccupazione per come è formulata, nonostante rinvii e riduzioni, la plastic tax. Impatta ancora pesantemente su lavoratori e imprese, sostiene il sindacato che chiede al Governo di ripensarci, di aprire già dal prossimo mese un tavolo per valutare quali misure adottare per pianificare il futuro della plastica in Italia. 

L'immancabile contrasto tra difesa dell'ambiente e lavoro non si risolve con una tassazione aggiuntiva, secondo la Fai Cisl, che chiede di scongiurare situazioni di crisi ritenute insostenibili sia socialmente che economicamente. e la Fai Cisl suggerisce anche una modifica alla formulazione del balzello che potrebbe essere concentrato sulle plastiche che non sono idonee a subire più rigenerazioni per essere riutilizzate. 

Le richieste non sono peregrine, perché è stato stimato che la plastic tax, così come è adesso, potrebbe impattare su oltre 50mila lavoratori e su più di 3mila aziende. C'è da considerare anche che in Italia i produttori di imballaggi hanno prodotto un fatturato che supera i 33,4 miliardi di euro nel 2018, con un incremento del 2,6% sui dati del 2017.